
Virus della cultura, politica della mediocrità Cosa spinge a considerare perifericamente il mondo della cultura? Forse che un popolo abituato a fruire del sapere con coscienza e curiosità, può costituire un pericolo di costante destituzione per una classe politica depauperata di ogni afflato costruttivo?
Un bio-potere che per autoperpetuarsi, quasi al di là dei suoi incapaci detentori, ridicolizza la figura dell’intellettuale, lo impoverisce