Con lo slalom speciale uomini di domani potremmo avere la consacrazione definitiva di Marcel Hirscher a più forte sciatore di tutti i tempi.
Questo enorme atleta, plurivincitore in quasi tutte le discipline dello sci alpino, è un personaggio nel suo non esserlo: austriaco del salisburghese, 29 anni il 3 marzo, scia praticamente da quando era nato, visto che i genitori sono entrambi insegnanti di sci. Esordisce nel 2004, e la sua prima vittoria è del 2009. E dal 2012 è diventato imbattibile. E’ l’unico sciatore maschio ad aver vinto sei coppe del mondo generali, dove ha ottenuto 55 vittorie (solo l’irraggiungibile Stenmark, con 86, ne ha fatte di più), oltre a sei mondiali vinti. E mai una parola fuori posto, una polemica o un comportamento non da atleta. Fossero tutti come lui, il business del gossip chiuderebbe istantaneamente. Riescono solo a “scoprire” che pare voglia fidanzarsi ufficialmente con la sua compagna da una vita dopo le olimpiadi. L’unica sua stranezza è l’hobby del motocross, il che è tutto dire.
Il paragone naturale per lui è quello con Roger Federer: sono entrambi esempi di professionalità, serietà non solo sportiva e capacità di vincere sempre, reggendo alle pressioni agonistiche che il ruolo di favorito porta con se.
Se è bello, durante le olimpiadi, apprezzare chi riesce a partecipare senza speranze di vittoria per il solo gusto di farlo, è altrettanto emozionante – e dovrebbe servire da insegnamento – vedere persone con un talento fuori dal comune per uno sport saperlo sfruttare al meglio senza atteggiarsi a divi capricciosi. Hirscher è uno di questi. E poco importa che il suo idolo conclamato sia Valentino Rossi, certo un campione destinato a rimanere nella storia sportiva ma di sicuro non l’atleta più discreto che ci sia: del Dottore del motociclismo, l’austriaco ammira la longevità ed il talento, e forse ne invidia anche l’esuberanza. Del resto, per Hirscher il più grosso riconoscimento sportivo è quello che ha ottenuto da Alberto Tomba, non certo un carattere simile al suo.
Per il campione austriaco, però, le olimpiadi fino a Pyeongchang sono state un tabù: a parte Vancouver, dove era ancora non al pieno della sua mirabolante carriera, a Sochi riuscì a conquistare solo un argento. Anche questo lo accomuna al tennista svizzero.
Ed anche quest’anno sembrava presentarsi sotto cattivi auspici: un infortunio al malleolo in avvenuto in allenamento ad agosto 2017 lo ha tenuto fuori dalle competizioni fino a dicembre, facendogli rischiare i giochi. Ma, tornato in pista, ha dimostrato di essere ancora il più veloce.
Nel momento in cui scriviamo un oro lo ha già vinto in combinata, ma è nel suo districarsi tra i pali degli slalom che lo si attende per la consacrazione definitiva. Toni Sailer e Jean Claude Killy sono diventati leggenda dello sci per aver vinto tre medaglie d’oro alle Olimpiadi, ed anche del nostro Alberto Tomba si ricorda molto si più la sua doppia vittoria a Calgary che non l’unica coppa del mondo vinta. Forza Marcel, quindi, da tifosi dello sport non possiamo che sperare nella tua ascesa definitiva nell’olimpo dei grandi.
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